mercoledì 18 aprile 2012

LE DONNE I NOMI




in Svezia (e nel mondo scandinavo) impazza la tendenza di dare ai bambini nomi e giocattoli neutri , in Italia balza alle cronache una sentenza del tribunale che vieta a due genitori di continuare a chiamare la loro figlia con il nome “Andrea” che possedeva già da 5 anni, dal momento che di anni ne aveva cinque, ma prima di allora risiedevano  in Francia. Perchè? perchè sarebbe un nome maschile (mentre negli altri Paesi è neutro).
Ma la sentenza del tribunale è scioccante:

“Secondo il tribunale, infatti, Andrea è un nome maschile e per dimostrarlo si può citare la stessa etimologia del termine, che deriva dal greco “aner” e indica inequivocabilmente le caratteristiche di virilità tipicamente maschili. La forza e la virilità identificherebbero l’uomo nella sua mascolinità contrapposto alla donna. Detto questo, chiamare Andrea una bambina significherebbe, secondo la I sezione civile del Tribunale di Mantova presieduta da Mauro Bernardi, andare contro la legge, in particolare contro i criteri contenuti nella Circolare n. 27 del 2007 emanata dal Ministero dell’Interno : “La sessualità – scrivono nella sentenza – deve essere identificata in modo corretto, secondo le tradizioni”.


E voi cosa ne pensate di questo? Pensate sia giusto incolpare un nome solo perché la sua origine non è attribuibile a una donna?

E chi ha detto che non lo è?


Scritto da : Anna Strino, Davide Di Palma, Nikol Ivkovic, Clea Ibrahimi

1 commento:

  1. L’emanazione di siffatta sentenza va contro i diritti e la volontà di questi cittadini che viene loro impedito una scelta personale. Attribuire il significato di questo nome”FORZA” al genere maschile è segno di decadenza ai massimi livelli questo giudice è andato contro la scelta di questi cittadini. se il pensiero di questo giudice lo ritroviamo in altre persone questo vuole dire che non c’è quella evoluzione che noi tutti davamo per scontato.

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